Massimo Sacchetti: Still life?

001In collaborazione con: Comune di Genova - Assessorato alla Cultura; Genova Musei; Musei di Strada Nuova; Centro di Documentazioneper la Storia, l'Arte e l'Immagine di Genova.

Genova - Saletta Atrio Palazzo Rosso 5/15 ottobre 2006

 

 

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In occasione di START 2006 l'Assessorato alla Cultura del Comune di Genova affianca le gallerie cittadine d'arte moderna e contemporanea promuovendo una mostra autonoma nella Saletta Atrio di Palazzo Rosso.

 

La mostra STILL LIFE? presenta video e fotografie di Massimo Sacchetti (1959), eclettico artista valdostano che si è ripresentato con questa personale a Genova dopo aver esposto negli anni in diverse importanti sedi in Italia e in Finlandia, Gran Bretagna, Stati Uniti, Germania, Francia.

L'esposizione si compone di quattro nature morte fotografiche di classicissimo gusto pittorico, e di altrettanti video che vi inseriscono a sorpresa elementi in movimento. Inoltre due grandi disegni a penna biro evidenziano un'altra fase di elaborazione del progetto. 

Massimo Sacchetti è un artista studioso, che non si accontenta di realizzare semplici immagini o di mettere in scena pure emozioni, ma che piuttosto si appassiona - anche se ciò potrebbe apparire quasi una contraddizione in termini - alla razionalizzazione dei percorsi creativi ed estetici cui fa ricorso di volta in volta.

In realtà, ora come disegnatore, ora come pittore, ora come scultore, ora come film-maker, ora come fotografo, Sacchetti insegue un suo preciso percorso, a volte arduo e sempre imprevedibile, di individuazione del fare artistico nel suo complesso.

Per esempio in questa operazione (che, come sempre per lui, appare formalmente molto diversa tanto da quelle che la precedono quanto da quelle che la seguono), l'artista ragiona sull'arte, e in particolare su uno dei generi più diffusi e riconoscibili della tradizione figurativa soprattutto europea, ovvero la cosiddetta "natura morta" (in inglese "still life"), ripercorrendone le modalità canoniche di allestimento ma, allo stesso tempo, tradendone l'assunto primario. Dal progetto iniziale, difatti, alla messinscena preventiva, fino alla resa finale, tanto in immagine fissa quanto in sequenza filmata, con modi sorprendenti e pure un po' beffardi, la natura morta si rivela, almeno in parte, viva.

Così, guardando alcuni elementi (vivi) della composizione (morta?) muoversi più o meno impercettibilmente, anche a noi è possibile immedesimarci meglio nello sguardo ora possente e ora impotente dell'artista che cerca - oggi come secoli fa - di dar vita a forme morte e immobili e intanto, in modo uguale ed opposto, di congelare in immagini mortalmente e immortalmente statiche gli incontenibili respiri di tutto ciò che è vivo.

La domanda che sorge spontanea alla fine è dunque semplicissima e nello stesso tempo complessissima: che cosa è una "natura morta"? Sacchetti dà una risposta personale e del tutto contemporanea.

                                                                                                                                             Ferruccio Giromini