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001SHE SHOTS / dieci fotografe americane contemporanee 
a cura di Marita Holdaway /Benham Gallery , Seattle, WA

Musei di Nervi-Raccolte Frugone, Centro Civico Villa Spinola Narisano, Centro Civico Buranello, Villa Imperiale-Biblioteca Lercari, FNAC/6-30 Marzo 2008

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Fotografie di Dorothy Monnelly, Rosanne Olson, Francis Paley, Ann Pallesen, Esther Sirotnik, Regan Stacey,
Maggie Taylor, Phyllis Uitti-Maslin, Peggy Washburn, Shoshannah White.

  

Di là e di qua

Presentazione di Ferruccio Giromini

Negli ultimi anni la presenza femminile nell'esercizio - soprattutto artistico - del mezzo fotografico è cresciuta in modi esponenziali. Ma davvero le donne fotografano in maniera "diversa" dagli uomini? Di fatto, quelli si mostrano più veloci e onnivori, ad esempio, maggiormente estroversi e "commerciali"; e queste in generale più lente e misurate, meravigliate ed estetizzanti, meditative e introvertite. Per usare una coppia di termini che qualche anno fa piaceva molto giustapporre, da una parte - quella maschile - è più diffusa la "foto-finestra", mentre dall'altra - femminile - si ricorre più volentieri alla "foto-specchio": due processi differenti, ma non antitetici, per attribuire senso alle immagini.

In questo caso, con l'occasione della Giornata della Donna, l'Associazione culturale "Occhio!" fa la sua parte portando a disposizione assaggi stuzzicanti dell'operato di tredici artiste dell'apparecchio fotografico: dieci operanti negli Stati Uniti e tre in Italia, dieci professioniste di fama internazionale e tre giovani esordienti. Materiali da godere e anche da analizzare, quali esempi di sensibilità profonde, ora acute e ora morbide, e di creatività spesso sorprendenti; immaginari che senz'altro meritano di essere condivisi. Le dieci artiste americane che Genova ospita in un'unica coinvolgente presentazione antologica gravitano tutte intorno ad una rinomata galleria di "fine art photography" di Seattle, la Benham Gallery diretta da Marita Holdaway; e, nella loro orgogliosa molteplicità, ci permettono di gettare più d'uno sguardo sulla fotocreatività americana contemporanea, in particolare delle regioni nordoccidentali degli USA.

C'è chi, come Dorothy Monnelly, continua a guardare con gusto elegiaco al grande paesaggio nordamericano e chi, come Ann Pallesen, lo reinterpreta in curatissime stampe di sapore arcaico. Francis Paley utilizza le tecniche di fotoritocco per stravolgere la percezione cromatica, mentre Maggie Taylor s'inventa un favoloso mondo onirico sospeso fra stupore e incubo. Peggy Washburn si tuffa nella poesia di un'infanzia infinita, e Regan Stacey impressiona vestitini di bimbe, in dimensioni naturali su carta cianografica, direttamente con la luce del sole. Phyllis Uitti-Maslin gioca a moltiplicare le linee in un caleidoscopio di pattern, e Shoshannah White s'incanta dinanzi ai particolari più minuscoli della natura vegetale. Infine Esther Sirotnik sbircia curiosa altre donne da dietro, mentre Rosanne Olson le scruta fino in fondo, indomita lei e indomite loro, alle prese con tutti vizi e tutte le virtù dei loro rispettivi corpi, "belli" o meno. E nel complesso gli sguardi che ci arrivano dal Nuovo Mondo ci paiono, a sorpresa, più "classici" di quelli che abitano oggi questo Vecchio Mondo nervoso.

In una sezione a parte dell'evento trovano posto però anche tre obiettivi giovanissimi già promettenti. Quello ventunenne di Enrica Scimone Carbone riflette sulle magie circensi della luce quando sa disegnare corpi in movimento; quello addirittura diciannovenne di Beatrice Ravizza ridisegna il proprio corpo a propria volontà, bruciante di tensioni e di desideri. Invece l'obiettivo della ventisettenne Corina Cohal, rumena operante in Italia su più versanti creativi, si sposa con i segni di china e la manualità giocosa del collage per dar forma a nuove immagini mistilingui, tanto più affascinanti quanto più misteriose.

Ferruccio Giromini

Le donne che ho selezionato per questa antologia testimoniano un’ampia varietà di età e di carriere; le loro stesse opere rappresentano diversi soggetti e metodi fotografici. Anche se può sembrare che non abbiano alcun punto in comune, però, a ben guardare si nota che ciascuna di esse intrattiene con le proprie immagini un rapporto personale, che s’intuisce più soggettivo rispetto alle loro controparti maschili. Tra le “Favole dei Grimm” di Maggie Taylor, che si riferiscono al mondo sognante delle bambine, e il progetto di Rosanne Olson sulla percezione della propria figura corporea da parte della donna contemporanea, tutte queste artiste affrontano argomenti molto vicini a loro, assolutamente personali. Nel mio lavoro di curatrice e agente fotografica, valutando vari lavori artistici, spesso mi sono resa conto che mentre gli uomini paiono impegnarsi soprattutto nei procedimenti tecnici volti alla realizzazione di immagini perfette, le donne sembrano più interessate ad esplorare gli aspetti intimi del proprio operare. È questa differenza che rende l’osservazione delle fotografie sempre interessante, dando per risultato un immaginario che continua ad essere vario e complesso per produzioni e significati.

Marita Holdaway


  

 

 
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