SZYMON ROGINSKI

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“Qualche parola per raccontare come è nata la mia serie fotografica dedicata alla Polonia. A Detroit avevo comprato la mia migliore fotocamera, una Mamiya 7. E partii ‘on the road’. Il paesaggio americano mi impressionò molto, ovunque vi potevo ritrovare le tracce di grandi fotografi come Ansel Adams o William Eggleston. Però, lì in viaggio, mi resi conto che ormai, dopo il loro passaggio, è davvero difficile fotografare quei luoghi in modi nuovi. Ma una volta rientrato in Polonia sono stato di nuovo tentato di cimentarmi sull’argomento. Mi sono accorto che attorno a me avevo una zona ampiamente inedita da un moderno punto di vista fotografico. Ho cominciato a lavorarci in condizioni decisamente difficili: l’autunno si stava trasformando in inverno, e la Polonia appariva monocroma, sporca, fredda, deprimente. Decisi che le uscite sarebbero durate anche una settimana e che avrebbe guidato il mio assistente, in modo che io potessi guardarmi intorno dal finestrino. Viaggiavamo di notte, andando a dormire alle 8 del mattino, quando d’inverno fa chiaro, e alzandoci alle 2 del pomeriggio, quando è già l’imbrunire. Fotografare la Polonia alla luce del giorno è un compito davvero difficile, io credo che abbia senso farlo solo all’alba. L’alba dopo una notte insonne mi impressiona sempre.”